L’ecobonus auto elettriche 2025 esaurito in 24 ore: prenotati 597 milioni di euro.
- DigitalStudiosItalia
- 6 giorni fa
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Ecobonus 2025
Un successo lampo che racconta un’Italia più elettrica – ma la partita non è ancora chiusa
L’Ecobonus 2025 parte col botto. In meno di 24 ore, l’intero fondo da 597 milioni di euro destinato agli incentivi per l’acquisto di auto elettriche è andato completamente esaurito. Un record che ha colto di sorpresa perfino il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), segno di un interesse crescente degli italiani verso la mobilità a zero emissioni.
A confermare il “tutto esaurito” è stata Sogei, la società pubblica che gestisce la piattaforma telematica attraverso la quale concessionarie e acquirenti hanno potuto prenotare i bonus.Nel giro di poche ore, sono stati generati 55.680 voucher, distribuiti tra persone fisiche e microimprese. Un assalto digitale che ha mandato in tilt il portale per diversi minuti, a dimostrazione di quanto il tema dell’auto elettrica stia entrando sempre più nella sensibilità collettiva.
Quando “sold out” non significa la fine
Molti utenti, collegatisi già nella tarda mattinata del 22 ottobre, hanno trovato la piattaforma del MASE segnalare fondi esauriti. Ma questo non significa che tutto sia perduto. Il meccanismo di gestione dei fondi prevede infatti una finestra temporale di 30 giorni entro cui i beneficiari dei voucher devono trasformare la prenotazione in un contratto d’acquisto vero e proprio presso una concessionaria.
Se entro il 21 novembre 2025 la pratica non sarà completata, il buono decadrà automaticamente e la somma tornerà nel fondo generale, diventando nuovamente disponibile. In pratica, una seconda occasione potrebbe aprirsi tra fine novembre e inizio dicembre, quando parte dei fondi inutilizzati verrà riattivata sul portale.
In più, chi decidesse di annullare volontariamente il proprio voucher prima della scadenza — per esempio perché ha cambiato idea o trovato un’auto non compatibile — libererà ulteriori risorse.Insomma, chi ha perso il primo round farebbe bene a monitorare costantemente il sito ufficiale per intercettare eventuali riaperture.
Come funziona l’Ecobonus 2025
Il nuovo Ecobonus mantiene l’impianto già visto nelle edizioni precedenti, ma con un orientamento ancora più marcato verso i veicoli a zero emissioni.
Chi può accedere
Persone fisiche residenti in Italia;
Microimprese: artigiani, piccoli imprenditori, ditte individuali e professionisti con partita IVA.
Requisiti principali
L’auto deve essere nuova e completamente elettrica (BEV);
Il prezzo di listino non deve superare 35.000 euro IVA esclusa (circa 42.700 euro IVA inclusa);
Il contributo varia in base all’ISEE e all’eventuale rottamazione di un veicolo inquinante.
Importi dell’incentivo
Tipologia beneficiario | Senza rottamazione | Con rottamazione |
ISEE sotto 30.000 € | 9.000 € | 11.000 € |
ISEE sopra 30.000 € | 6.000 € | 8.000 € |
A questi importi si possono aggiungere sconti delle case automobilistiche, che in diversi casi arrivano a ulteriori 2.000 euro di bonus commerciale. In totale, alcune citycar elettriche possono quindi scendere sotto la soglia dei 10.000 euro di prezzo finale, un traguardo impensabile fino a pochi anni fa.
Le auto elettriche ammesse al bonus
Il listino dei modelli idonei comprende una vasta gamma di veicoli, dalle citycar alle compatte premium.
Tra le più richieste nelle prime ore di prenotazione figurano:
Fiat 500e
Dacia Spring
Renault Twingo Electric
Peugeot e-208
Citroën ë-C3
MG4 Electric
BYD Dolphin
Tesla Model 3 Standard Range (versione base rientrante nel limite di prezzo)
Molti di questi modelli, combinando incentivo statale e sconti privati, offrono un prezzo finale competitivo rispetto alle auto a benzina, avvicinando per la prima volta l’elettrico al mercato di massa.
Il programma include anche i veicoli commerciali N1, acquistabili da professionisti e microimprese, con contributi che possono arrivare fino a 18.000 euro, in base alla categoria e alla massa del veicolo.
La “corsa al clic”: un déjà-vu digitale
L’assalto ai fondi del 22 ottobre ha ricordato a molti il meccanismo del “click-day”.Alle prime ore del mattino, il portale Sogei ha registrato picchi di traffico altissimi, con migliaia di concessionarie e utenti collegati simultaneamente per non perdere l’occasione.
Un segnale positivo, ma anche un sintomo di fragilità del sistema.Secondo diversi osservatori, la logica del “chi prima arriva meglio alloggia” genera disorientamento tra i consumatori e non favorisce la pianificazione a lungo termine.Molte famiglie e aziende interessate alla transizione elettrica non riescono a programmare gli acquisti perché non sanno quando e se i fondi saranno nuovamente disponibili.
Le reazioni del settore: tra entusiasmo e cautela
Motus-E: “Serve continuità, non sprint”
Per Fabio Pressi, presidente di Motus-E, il boom di prenotazioni è un chiaro segnale dell’interesse verso la mobilità sostenibile:
“L’esaurimento dei fondi in 24 ore dimostra che gli italiani vogliono passare all’elettrico. Ora, però, serve stabilità. Incentivi più prevedibili, anche se più modesti, garantirebbero al mercato una crescita costante.”
Pressi invita a seguire l’esempio di Paesi come Francia e Germania, dove gli incentivi sono meno generosi ma vengono mantenuti per più anni, dando fiducia a consumatori e produttori.
Unrae: “Attenzione a non creare false aspettative”
Più prudente il commento di Roberto Pietrantonio, presidente dell’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri):
“Il successo iniziale è positivo, ma bisognerà vedere quante prenotazioni diventeranno contratti reali. Non possiamo permetterci un’altra fiammata seguita dal nulla.”
Secondo Pietrantonio, l’Italia continua a muoversi a scatti: incentivi generosi ma temporanei, seguiti da mesi di inattività che rallentano la transizione e scoraggiano gli investimenti industriali.
L’Italia e il confronto europeo
Nonostante i numeri record dell’Ecobonus 2025, l’Italia resta indietro nella diffusione delle auto elettriche.Nel 2024, le immatricolazioni BEV hanno rappresentato appena il 5% del mercato, contro il 18% della Germania e oltre il 20% della Norvegia.
Le ragioni sono note: incentivi incostanti, prezzi ancora alti e una rete di ricarica pubblica insufficiente.Secondo dati di Motus-E, nel 2025 sono operativi circa 50.000 punti di ricarica pubblici, ma ne servirebbero almeno 120.000 per garantire una diffusione capillare e ridurre l’ansia da autonomia che frena molti potenziali acquirenti.
Il nodo infrastrutture e la fiducia dei consumatori
Gli incentivi, da soli, non bastano.Molti automobilisti italiani restano diffidenti non tanto per il prezzo, ma per la percezione di difficoltà logistica legata alla ricarica. In molte regioni del Sud e nelle aree rurali, le colonnine rapide sono ancora poche o mal funzionanti, mentre le ricariche domestiche richiedono investimenti iniziali non trascurabili.
Un approccio coordinato — incentivi per l’acquisto, agevolazioni per le wallbox domestiche, e sviluppo della rete pubblica — sarebbe la chiave per accelerare la transizione.Come osservano gli esperti, “non si può spingere sull’elettrico senza costruire prima l’autostrada della ricarica”.
Uno sguardo al futuro: verso un Ecobonus più stabile
Il successo lampo dell’Ecobonus 2025 manda un messaggio chiaro: la domanda c’è.Gli italiani sono pronti al cambiamento, ma serve una strategia di lungo periodo. Il governo dovrà decidere se replicare il modello dei “click-day” o inaugurare un sistema più stabile, con fondi distribuiti su base trimestrale o annuale.
Un approccio più prevedibile permetterebbe alle concessionarie di pianificare meglio le vendite e ai consumatori di valutare l’acquisto senza la pressione del “tutto esaurito in un giorno”.
In sintesi
Fondi stanziati: 597 milioni di euro
Voucher generati: 55.680
Scadenza per la conferma: 21 novembre 2025
Possibile riapertura: sì, in caso di annullamento o mancata conversione
Incentivo massimo: fino a 11.000 euro
Prezzo massimo veicolo: 35.000 euro + IVA
Conclusione
L’Ecobonus 2025 è stato un successo fulmineo e, allo stesso tempo, un campanello d’allarme.Da un lato, mostra un Paese che vuole credere nell’elettrico; dall’altro, evidenzia la necessità di una politica più stabile e di una rete infrastrutturale all’altezza.
Se nei prossimi mesi il governo riuscirà a rendere strutturali gli incentivi e migliorare la rete di ricarica, l’Italia potrà finalmente allinearsi ai grandi Paesi europei nella corsa verso la mobilità sostenibile.Altrimenti, rischia di restare un passo indietro — con le batterie scariche, proprio quando servirebbe accelerare.




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